domenica 23 novembre 2014

10 - Gli effetti secondari dei sogni di Delphine de Vigan


Gli effetti secondari dei sogni
Delphine de Vigan
pag. 239
ed. Mondadori
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Questo libro è stato consigliato a mia figlia dalla bibliotecaria della scuola, premetto che mi piacciono le persone che amano il proprio lavoro e, come in questo caso si diano il tempo per parlare con gli utenti della loro biblioteca, consigliando libri adatti alla loro età.

Il libro in effetti è ideale per degli adolescenti, parecchie cose sono scritte in modo "non crudo" e pensate per il pubblico a cui è rivolto, nonostante questo è un libro molto bello anche per chi ha qualche anno in più, con alcuni spunti che dovrebbero far riflettere noi genitori.

Mi ha intenerito molto il fatto che Lou scriva le nuove parole che impara su dei foglietti e se li appenda in camera.

Trama da Anobii:
Lou Bertignac ha dodici anni: la sua famiglia, chiusa nel ricordo inconfessabile di una tragedia del passato, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola la sua intelligenza fuori dal comune l'ha portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Incapace di creare una relazione con chiunque, Lou passa la maggior parte del suo tempo libero a vivere le emozioni degli altri: guarda il calcio in televisione per osservare la gioia dei giocatori, spia le persone per strada e, soprattutto, frequenta le stazioni ferroviarie parigine perché in quei luoghi si concentra l'emozione di amanti che si salutano, di famiglie rimaste a lungo separate, di amici che si ritrovano. È proprio qui, alla stazione di Austerlitz, che Lou trova, tra la folla, una ragazza appena più grande di lei, Nolwenn, che si è lasciata alle spalle un passato difficile e ora vive da randagia. Tra le due, nel tempo di uno sguardo, si crea un'intesa speciale, che nessuna delle due aveva mai trovato prima. Due ragazze totalmente sole, diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi tra la folla della città, finiranno così per stringere un'amicizia che, nata lentamente, arriverà a cambiare la loro vita e il loro mondo. La vicenda, drammatica eppure lieve, di due vite chiamate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.

Citazioni dal libro
"Siamo capaci di spedire aerei supersonici e missili nello spazio, identificare un criminale grazie a un capello o un minuscolo lembo di pelle, creare un pomodoro che resti tre settimane in frigorifero senza raggrinzirsi, contenere miliardi d'informazioni in un microchip. Siamo capaci di lasciar morire la gente per strada."

"Chi pensa che la grammatica sia solo un insieme di regole e obblighi si sbaglia. Se ti appassioni, la grammatica ti rivela il senso nascosto della storia, occulta il disordine e l’abbandono, collega gli elementi, accosta i contrari, la grammatica è uno strumento formidabile per organizzare il mondo come si vorrebbe che fosse."

"...C'è come una città invisibile nel cuore stesso della città. La donna che ogni notte dorme nello stesso posto, fra le buste di plastica e nel sacco a pelo. Direttamente sul marciapiede. Gli uomini sotto i ponti, nelle stazioni, la gente distesa sui cartoni o rannicchiata sopra una panchina. Un giorno cominci a notarli. Per strada, in metropolitana. Non solo quelli che chiedono l'elemosina. Anche quelli che si nascondono. Li riconosci dall'andatura, la giacca sformata, il maglione bucato. Un giorno ti affezioni a una figura, una persona, ti fai delle domande, cerchi di trovare delle risposte, delle spiegazioni. E inizi a contarli. Sono migliaia. Il sintomo del nostro mondo malato. Le cose sono come sono. Ma io credo che occorra tenere gli occhi bene aperti. Per cominciare."

"Vado spesso alla Gare d'Austerliz, il martedì o il venerdì, quando le lezioni finiscono prima. Ci vado per guardare i treni partire e per l'emozione, mi piace vedere l'emozione della gente, per questo non mi perdo una partita di calcio in televisione, mi piace così tanto quando si abbracciano dopo aver fatto goal, corrono con le braccia alzate al cielo e si stringono, come non mi perdo mai Chi vuol essere milionario?, dovete vedere le ragazze quando azzeccano la risposta giusta, mettono le mani davanti alla bocca, buttano indietro la testa, strillano e tutto quanto, gli occhi gonfi di lacrime. Nelle stazioni è un'altra cosa, l'emozione s'intuisce dagli sguardi, dai gesti, dai movimenti, ci sono innamorati che si lasciano, nonne che ripartono, donne dagli ampi cappotti che abbandonano uomini dal colletto rialzato, o viceversa, osservo persone che partono non si sa per dove nè perchè nè per quanto tempo, che si dicono arrivederci attraverso il finestrino con un cenno oppure si sgolano quando nessuno può più sentirle. Con un po' di fortuna assisti a delle vere e proprie separazioni, voglio dire che si capisce che durerà a lungo o che sembrerà eterna (il che è lo stesso), allora l'emozione si fa densa, come se l'aria s'inspessisse, come se fossero soli, senza nessuno intorno. Lo stesso succede quando arrivano i treni, mi piazzo all'inizio della banchina, osservo le persone che aspettano, il viso teso, impaziente, gli occhi che scrutano e di colpo quel sorriso sulle labbra, il braccio teso, la mano che si agita, mentre si vengono incontro e si abbracciano: è la cosa che fra tutte preferisco."

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