domenica 3 novembre 2013

56 - La cucina delle spezie



La cucina delle spezie
di Amit Majumdar
pag. 279
ed. Frassinelli

La cucina delle spezie è un racconto molto delicato di una mamma di origini indiani, che in seguito al matrimonio ha raggiunto il marito, indiano come lei, negli Stati Uniti.
La vita da moglie e le due gravidanze hanno fatto si che mettesse da parte i suoi studi in medicina per dedicarsi alla casa e alla famiglia.
Il figlio Ronak, Ron per gli amici americani, ha sposato una ragazza non indiana, ha tre figli e un lavoro a Wall Street che lo fa vivere nel lusso.
La figlia Mala, sposata con un indiano tramite un matrimonio combinato, ha due figli, lavora come medico e ha poco tempo per coltivare le sue origini.
Sarà proprio la malattia della mamma, il suo amore per le tradizioni da tramandare e le ricette del suo paese d'origine a riavvicinarli tutti e a dissipare tensioni che si sono accumulate nel corso degli anni.

Il libro mi è piaciuto molto, senza voler essere un capolavoro è una storia molto piacevole, anche se con lo spettro della malattia che fa sempre da sfondo a tutti i capitoli.
Mi ha ricordato molto nell'atmosfera il libro "Profumo di spezie proibite" di Priya Basil.

venerdì 1 novembre 2013

55 - Il vecchio che leggeva romanzi d'amore



Il vecchio che leggeva romanzi d'amore
Luis Sepùlveda
pag. 132
ed. Tea

Come ho già scritto in parecchi commenti su FB le mie figlie dal 2 settembre frequentano entrambe una scuola superiore.
Tutte e due hanno ricevuto una lista con un elenco di titoli da leggere durante l'anno, chiaramente non tutti!
Lucrezia, la più grande, ha ricevuto una lista molto interessante, composta da alcuni classici e da parecchi bei titoli, alcuni li ho letti, altri mi piacerebbe leggerli.
Uno dei libri consigliati è proprio questo di Luis Sepùlveda, del quale ha ricevuto un estratto per un lavoro di italiano.
Questo breve riassunto del libro ci è piaciuto così tanto che siamo andate subito a cercarlo.
E devo dire che questo racconto è veramente bello. Un inno alla lettura e al gustare il più possibile le parole scritte, immergendosi nella lettura sillaba per sillaba, assaporando in pieno il piacere che leggere ci procura.

Trama:
Antonio José Bolìvar Proaño è un uomo, lo si potrebbe definire "anziano", ma di preciso non si sa quanti anni ha.
Ha sempre vissuto in Amazzonia e in seguito ad un'onta subita si trasferisce con la moglie a pochi passi dalla tribù degli Shuar, dai quali apprende come vivere rispettando la natura e gli animali e tutte le cose necessarie per poter sopravvivere in questa zona ancora oggi selvaggia.
Rimasto vedovo Antonio José Bolìvar Proaño scopre l'amore per la lettura, scoprendo pagina dopo pagina posti a lui sconosciuti e imparando cos'è l'amore.

Questo libro partecipa al Venerdì del libro.

54 - L'albero di fagioli


L'albero di fagioli
Barbara Kingsolver
pag. 304
ed. Sperling & Kupfer

Questo libro mi è piaciuto moltissimo e l'ho letto in fretta.
Molto semplice, senza grandi colpi di scena, si rivela pagina dopo pagina.
Fanno da sfondo alla storia la vita difficile degli immigrati messicani clandestini in America, e diversi personaggi che mettono in rischio la loro incolumità pur di poter dare una speranza a persone che se restassero nel loro paese rischierebbero la vita.
Ho apprezzato questi personaggi, dalla dolcissima Edna all'acida Virgie Mae, passando da Esperanza e Esteban, una coppia che nasconde un segreto molto doloroso e arrivando fino all'eccentrica Mattie che fa la gommista e coltiva un orto fuori dal normale, ma che ha un cuore d'oro.
Tutti assieme a formare quanto di più simile a una famiglia ci possa essere.


Trama:
Taylor è una ragazza americana che vive in piccolissimo paesino del Kentucky che non offre molto alle nuove generazioni.
Dopo aver risparmiato abbastanza per comperarsi un vecchio maggiolino scassato decide di andarsene in cerca di fortuna.
Durante una sosta le viene affidata la piccola Turtle, una bimba pellerossa, con qualche problema.
Dopo aver soggiornato e lavorato per un po' di tempo in un albergo, arriva infine in Oklahoma dove farà la conoscenza con Lou Ann, una ragazza del Kentucky come lei, che è appena stata lasciata dal marito con un bimbo appena nato.

giovedì 5 settembre 2013

53 - Costretta al silenzio

 
 
Costretta al silenzio
Linda Castillo
pag. 419
Fanucci Editore
 
Ho letto moltissimo fino a metà giugno, ma poi non so perché ho rallentato, di solito durante le vacanze si ha molto più tempo per leggere, e il tempo non mi è di sicuro mancato, complici anche parecchi viaggi in treno, eppure da parecchio tempo mi sto trascinando dei libri.
Di solito leggo un libro alla volta, se non mi piace molto cerco comunque di finirlo, lo so che c'è il diritto di lasciare un libro a metà, ma proprio non ce la faccio ...
Attualmente ho sul comodino 4 libri cominciati e continuo a rimandarli, non mi decido a finirli e non mi viene molta voglia di leggere niente altro.
 
Il primo è "Il gioco di Gerald" di Stephen King, che a dire la verità non so nemmeno dove l'ho messo, ma è quasi un anno che ce l'ho in lettura e proprio non mi manca.
 
Il secondo libro è molto interessante ed è "Il Duca" di Piero Gattari, parla della vera storia di Federico di Montefeltro, duca di Urbino.
L'argomento mi piace molto, sono un appassionata delle biografie storiche, trovo però che lo stile narrativo sia un po' troppo infarcito di dettagli su altri personaggi e sulle varie battaglie e che dia un po' troppo spazio a tutto il contorno e tralasci spesso il vero protagonista di questa biografia.
 
Il terzo è "The restaurant Man" di Joe Bastianich, il libro è interessante e tratti di temi inerenti al mio lavoro, ma Bastianich è arrogante e presuntuoso, moltissime cose che lui spaccia per sue idee o sue invenzioni si usavano già trenta anni fa negli alberghi e ristoranti dove ho fatto gli apprendistati ...
 
Il quarto è "Scentology" di Jenna Miscavige Hill ed è la storia narrata direttamente da Jenna, nipote del big boss di Scientology, molto interessante l'argomento, ma ripete spesso gli stessi concetti ed è molto ricco di dettagli irrilevanti che appesantiscono un po' la lettura.
 
Lunedì stavo raccontando appunto a mia sorella di questa mia fase di calma piatta letteraria, c'è il blocco dello scrittore, io ero sicura di avere quello del lettore, quando lei mi da il pacchetto per il mio compleanno, che conteneva una bellissima foto di noi due assieme e tre libri, uno dei quali "Costretta al silenzio" di Linda Castillo e mi dice che con questo libro il blocco mi sarebbe di sicuro passato.
Come mi conosce bene !!! Ho letto in due sere le 419 pagine ed ero dispiaciutissima di averlo finito quando ho scoperto che questo è il primo di una serie di Thriller ambientati in Ohio in cui una comunità Amish e la popolazione inglese vivono a stretto contatto.
Mi è piaciuto moltissimo e non vedo l'ora di leggere il secondo romanzo, per ora da noi il terzo non è ancora stato pubblicato.
Molto bello e scorrevole lo stile di questa scrittrice, ti viene voglia di leggerne ancora solo una pagina e ti ritrovi a mezzanotte con gli occhi che ti si chiudono e tu che non vuoi mollare.
 

Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge".

52 - Il ritorno del soldato


Il Ritorno del Soldato
Rebecca West
pag. 144
Ed. Neri Pozza

Mentre stavo per fare un viaggio in treno mi sono accorta che non avevo con me nessun libro, e mi sono lasciata conquistare da questo romanzo piccolo piccolo.
All'inizio questo libro mi sembrava un po' un Harmony storico ambientato durante la prima guerra mondiale, ma mentre lo si legge si intuisce che la storia non avrà il finale classico e che la guerra riesce a ferire le persone in molti modi, e spesso le ferite che non si vedono sono quelle che fanno più male.
Quando l'ho finito ho avuto voglia di guardare il film "Sommersby" dove Richard Gere interpreta un soldato che torna a casa dal fronte, ma dove non tutto è come sembra.
Ho trovato alcune parti un po' noiosette, soprattutto quando la cugina si lascia andare a pensieri bui e troppo introspettivi che appesantiscono la lettura, comunque molto scorrevole.

Trama dal sito dell'editore.
La Grande Guerra è scoppiata, e per la prima volta l'intera generazione maschile inglese, borghese e aristocratica, si ritrova in trincea. Le donne restano sole a fare da capofamiglia o vengono catapultate fuori della cerchia domestica in ruoli prima impensabili: guidano autoambulanze, vestono abiti maschili, assistono i soldati, curano e alleviano le ferite di poveri corpi.
Jenny e Kitty no. Loro vivono la loro vita di sempre da quando Chris, cugino della prima e marito della seconda, è andato a fare il suo dovere sul fronte francese.
Vivono nella bella casa di Baldry Court che Chris, dopo il matrimonio, si è deciso a ricostruire affidando i lavori a un gruppo di architetti che, in possesso di un meticoloso occhio da «manicure», ha rimodellato quella vecchia dimora in una residenza degna di innumerevoli servizi fotografici sulle riviste illustrate.
In questo universo chiuso, quasi claustrofobico si aggira Kitty che, capelli biondi sciolti sulle spalle e giacchettine di seta ricamate a boccioli di rosa, tenta di rimuovere il lutto per il figlio prematuramente scomparso. Nel guscio lucido ed elegante di Baldry Court, Jenny coltiva, invece, in sottile complicità con Kitty, il suo amore inconfessato per il cugino Chris. Il fragile eppure perfetto equilibrio viene rotto il giorno in cui compare nell'algido salotto di Baldry Court Margaret Grey, una donna che, benché abbia un corpo ben fatto, è così trascurata nell'aspetto da apparire agli occhi di Jenny e Kitty come un bel guanto che, caduto dietro il letto, si trasforma in un oggetto orribile coperto di polvere e lanugine. Margaret annuncia alle due donne che Chris, colpito da «shock da bombardamento», ha perduto la memoria. Jenny e Kitty mostrano di non credere minimamente al racconto della sgraziata sconosciuta. Quando il capitano ritorna, però, le due donne si ritrovano davanti alla più crudele e inaspettata realtà: Chris non ricorda nulla di Kitty e della sua algida e lunare bellezza.
Della devota Jenny, poi, conserva soltanto la vaga immagine di una compagna d'infanzia. I ricordi del soldato si fermano soltanto al suo grande amore di quindici anni prima, a quella che appare essere l'unica donna della sua vita: Margaret, la ragazza precocemente invecchiata, la più improbabile delle rivali.



Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge".

mercoledì 4 settembre 2013

51 - Oltre la rottamazione


Oltre la rottamazione
Matteo Renzi
pag. 112
Mondadori

Non so perché mi piace Matteo Renzi, o meglio so perché mi piace adesso, ma fin da subito quando l'ho visto la prima volta mi sono detta : "ecco un politico diverso".

Sarà stata la sua aria da bravo ragazzo, da scout under 40 come si definisce lui...
Sarà perché al contrario di quello che lui dice la politica non è un fatto anagrafico, conta certo l'esperienza, ma conta moltissimo anche la voglia di cambiare, di rinnovare, di non volersi sedere sugli allori...
Sarà che ha fatto suo il motto "Lasciate questo mondo migliore di come l'avete trovato" di G. Baden Powell, fondatore degli scout...
Sarà che a vederlo girare a Firenze in bicicletta c'ha quell'aria da fiorentino al lavoro...
Sarà che è il sindaco della mia città preferita...

Ma di sicuro dopo aver letto il suo libro e aver seguito la sua pagina FB so che mi piace per quello che pensa, per come lo dice, ma soprattutto perché "FA", e questo non è da tutti.

Un post nato per parlare di questo libro che ho divorato in poche ore, al quale ho fatto cose che mai nella mia vita avevo fatto ad altri (tipo orecchie e sottolineature, molte sottolineature), si sta trasformando nella prossima campagna elettorale per il sindaco Renzi, tranquilli io non posso nemmeno votare in Italia ;) e dei partiti italiani non capisco praticamente nulla, e se devo dirla tutta ho un po' gufato contro di lui quando si parlava di una poltrona a Roma, spero che mi scusi, ma volevo tenerlo lontano ancora un po' dalla fossa delle iene (lo so che erano leoni, ma al giorno d'oggi ...)

Il suo libro mi è piaciuto molto, è un libro positivo, che mi ha fatto ridere e sorridere, mi ha fatto capire meglio certi meccanismi assurdi della politica, mi ha fatto quasi annegare nella complessa burocrazia italiana ma soprattutto mi ha dato parecchi spunti di riflessione.

Ho amato moltissimo il racconto vero sulla Signora Rita, che si lamenta di tutte le mancanze vere o presunte di Matteo Renzi, ma appena un giornalista prova ad attaccarlo lei controbatte : "Fermo lì, te. Come ti permetti? Il mio sindachino me l'offendo da sola"

Ecco alcune frasi che mi sono rimaste "attaccate" di questo libro :
  • preferisco ammirare che invidiare
  • un leader  è chi leggendo i sondaggi, prova a cambiarli, non a contestarli
  • quando si sbaglia si usa sempre l' "io", quando si vince si usa sempre il "noi"
  • nell'esperienza da sindaco, agisco laicamente : ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo. Rappresento la città, tutta intera, non solo quella che va a messa la domenica.
  • occorre far sì che il domani torni a essere il domani. Che esprima un'idea di Italia non solo per i prossimi tre mesi, ma magari per i prossimi venti anni. Un paese che non stia a piangere sui cervelli in fuga ma che provi ad attrarre i cervelli di chi vuol venire.
  • ... guardandoci allo specchio la mattina dobbiamo abituarci a pensare che le scelte per un Paese non si fanno per le elezioni successive, ma si fanno per le generazioni successive.
Come mi piace questo sindachino che dice :

Il futuro è passione, è sfida, è curiosità
 
 

Questo libro partecipa a "Io leggo italiano""100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013".

lunedì 12 agosto 2013

Oprah e la borsa

foto da qui


In questi giorni si fa un gran parlare ovunque della borsa negata a Oprah Winfrey.
Confesso subito : sono svizzera, lo dico non per prendere o meno una posizione, ma solo così per darmi una collocazione geografica.
La storia della borsa di Oprah è diventato un caso mediatico, se ne parla ovunque, in ogni paese, ognuno dice la sua.
La Bahnhofstrasse a Zurigo è un po' come la Via Montenapoleone a Milano, solo negozi esclusivi.
Se vai in questa strada dedicata allo shopping e hai un reddito basso, ci vai a guardare le vetrine, molte delle quali senza i prezzi esposti.
Se ci vai per comperare, sai che te lo puoi permettere.
E lo sanno anche le commesse, assurda la scusa della direzione : " è stato un malinteso, la commessa non parla bene inglese, è di lingua madre italiana, di solito lavora a St. Moritz."

Alcune piccole considerazioni :
  1. normalmente queste boutique assumono ragazze giovanissime in cui le doti richieste in cui le doti richieste sono : giovane età, ottima presenza e ottime conoscenze linguistiche. 
  2. queste ragazze seguono corsi interni e sanno come trattare con questi clienti VIP
  3. in alcuni negozi hanno anche una percentuale sulle vendite
  4. a maggior ragione se normalmente lavora a St. Moritz dove le persone che "frequentano" sono molto facoltose, teste coronate e nuovi ricchi, che sicuramente non hanno problemi a spendere

Mi sembra un po' strano che una commessa abituata a clienti di questo calibro abbia fatto una dichiarazione del genere, di solito vige il detto :
" Compra quello che vuoi, mi dai la carta di credito e se quando la striscio non viene bloccata vuol dire che te lo puoi permettere" e vi assicuro che Oprah minimo avrà un pacchetto di carte platino ...

Proprio ieri in un intervista rilasciata ad un giornale, la commessa dà la sua versione : "è stato solo un malinteso, forse non mi sono espressa bene, ma non volevo di sicuro dirle che non se la può permettere".
E ci credo, una appariscente come Oprah entra in negozio con due bodygard e tu le dai della pezzente?

Mi sembra molto improbabile ...

Ma siamo sicuri che è stato un episodio di razzismo, se è davvero successo ?


Sono stata testimone di un gesto maleducato da parte di una commessa nei confronti di una signora, ma non aveva a che fare con il razzismo.
Le gioiellerie di Lugano una volta davano cartine e buoni sconto da dare ai clienti degli alberghi più stellati, non so se con la crisi ci sia ancora questa usanza.

Entro in una gioielleria molto chic della città, vestita molto elegantemente con la divisa dell'albergo, di solito sono molto più casual, mentre aspetto il mio turno per ritirare il pacchetto entra una signora un po' robusta, con i capelli legati ad in un'approssimativa coda di cavallo, un paio di fuseaux e una maglietta sformata.
Una delle commesse la squadra dall'alto in basso e non dice niente, quando la signora si rivolge proprio a lei fa una faccia tutta raggrinzita con la bocca all'ingiù ...
La cliente saluta educatamente e dice :
"Sto cercando un regalo speciale per mio nipote che si laurea questa settimana, farà una grande festa questo fine settimana e avevo pensato di regalargli un orologio" (cita marca e modello che non mi ricordo)
"ma è un orologio da 50'000 Fr. (più o meno 40'000 euro ca 20 anni fa ...)" risponde la commessa solerte.
"Non so il prezzo esatto, ma pensavo più o meno su questa cifra"
"Mi spiace ma non l'abbiamo"
"Non potrebbe vedere se l'avete in una degli altri negozi?"
"No, mi spiace, non è possibile"
a questo punto ricevo il mio pacchetto e devo uscire, ancora sbalordita dal tono arrogante della commessa.

Tre o quattro gioiellerie più su, mi fermo a chiacchierare con una commessa molto simpatica, dopo qualche minuto entra la stessa signora, la commessa si scusa con me e accoglie la cliente con un bel sorriso.
La cliente ripete la richiesta :
"Sto cercando un regalo speciale per mio nipote che si laurea questa settimana, farà una grande festa questo fine settimana e avevo pensato di regalargli un orologio" (stessa marca e modello di prima)
"Mi dispiace signora, ma quel modello non ce l'ho in negozio, desidera vedere altri modelli o vorrebbe proprio quello?"
"Avrei preferito quel modello, ma se non è possibile....."
"Signora si accomodi mentre faccio un paio di chiamate, le posso portare qualcosa da bere?"
La signora si accomoda, prende un caffè, e legge una rivista.
La commessa nel frattempo comincia a fare un paio di telefonate in tedesco e dopo alcuni minuti torna e dice :
"Signora se per lei va bene ho quel modello in un negozio di Zurigo, una mia amica che lavora alla Swissair rientra in Ticino giovedì, passa lei a ritirarlo nell'altra filiale e me lo porta qui. Potrebbe passare lei qui in negozio venerdì o preferisce pagarlo ora e glielo faccio consegnare direttamente a casa?"
La Signora sceglie questa seconda opzione dicendo che in previsione della partenza ha ancora parecchie cose da fare e le farebbe proprio comodo non dover scendere ancora fino in città.
Estrae la carta di credito e la dà alla commessa, quando esce vediamo che ha lasciato una mancia molto cospicua, ma soprattutto leggiamo il nome, è la moglie di un uomo molto ricco ...

Molte volte non è facile lavorare con chi si crede una star, ho lavorato per parecchi anni in un grandissimo albergo della città e di VIP o presunti VIP che si comportano da stronzi ne ho incontrati a bizzeffe, e potrei raccontare talmente tanti episodi da scriverne un libro...
Ho conosciuto persone fantastiche che avevano quasi paura di disturbare, ma ho anche conosciuto una marea di persone che dopo un'apparizione in televisione si collocavano su un piedistallo.

Ma poi, in conclusione, anche la Signora Winfrey ha proprio bisogno di sbattere in faccia a milioni di persone che lei può permettersi una borsa il cui costo ammonta a quello che parecchi di noi guadagnano in parecchi mesi ?
A parte che già lo sapevamo, ma non si vergogna?

Batto le mani alla datrice di lavoro della commessa che ha detto di non avere nessuna intenzione di licenziarla (a parte l'increscioso incidente, tutto il mondo sta parlando del suo negozio, bel colpo di marketing).

Faccio una faccia schifata per tutte quelle persone, per le autorità svizzere e enti del turismo che si sono scusati, e qui come per il caso Gheddafi abbiamo ancora una volta calato le braghe ...

Vorrei con questo post inaugurare una nuova rubrica del mio blog : "attualità" perché spesso rimango molto sconcertata da quello che leggo, ma alcune volte anche piacevolmente sorpresa.

sabato 10 agosto 2013

Guide di viaggio



Faccio parte in FB di diversi gruppi che parlano di viaggi e mi è capitato spesso di vedere le domande "Qual'é la vostra guida di viaggio ?" "usate ancora guide cartacee?", ecc.
Dopo aver letto questo post di Patato Friendly ho pensato di dire la mia, anche perché nei commenti mi dilungo sempre troppo.

Ho un cellulare normale, che non ha app o cose simili, e quindi per forza di cose non posso usufruire di internet mentre viaggio.

1. Prima
Il mio viaggio comincia molto prima di partire, quando so la meta, comincio a gironzolare fra blog, apt e siti specializzati.
Mi faccio diversi giri in libreria, guardo le guide turistiche e scelgo quella che secondo me mi da più informazioni.
Quest'anno la mia destinazione era Pisa, e non è stato facile trovare una guida sulla Toscana che desse il giusto posto a questa bella città.
L'anno scorso eravamo andate a Firenze, e la guida "Firenze e la Toscana" dedicava 5 pagine a Pisa, non molte a dire la verità ma ricche di informazioni sui principali monumenti.
Dopo averci pensato a lungo ho comperato una guida Routard, quella che dedicava un capitolo a Pisa e dintorni, anche se principalmente la mia scelta è dovuta alle numerose informazioni su come raggiungere i luoghi per chi non viaggia in macchina.

Mi leggo la guida, metto post-it alle cose che mi interessano, leggo post nei blog che parlano della stessa destinazione prendendo appunti e comincio a creare un taccuino di viaggio con una sorta di scaletta sulle cose che voglio vedere assolutamente, quelle che mi piacerebbe fare e le chicche.
Il taccuino di viaggio fino a questo punto è virtuale, nel senso che si tratta di fogli nel pc.
Consulto le aziende di promozione turistica, aggiungo o tolgo qualche cosa da vedere, guardo sui siti dei musei o delle cose che vorrei vedere e correggo il taccuino con le informazioni aggiornate e dettagliate (orari, chiusure, prezzi).
Credo delle schede formato A5 che metto in un classificatore con mappette trasparenti e qui nasce la mia personale guida di viaggio.
Quando parto prendo anche quella ufficiale, ma la mia sarà quella che mi porterò nello zainetto.

2. Durante
Appena arrivo nella località prendo due piante della città, di solito alle apt le distribuiscono gratuitamente, e compero un giornale locale, che mi servirà in seguito per il mio libro delle vacanze.
Metto sempre una pianta in una busta, per conservarla, mentre l'altra sarà quella che mi servirà sul campo per orientarmi nella città.
Ad ogni cosa visitata tengo i biglietti d'entrata, i prospetti, e gli appunti che prendo e li inserisco nelle mappette del classificatore.
Se una cosa non riesco a fotografarla per bene, compero delle cartoline che finiranno anche loro nel classificatore.
Mi annoto sempre aneddoti e curiosità di cui vengo a conoscenza, ascoltando le guide o chiacchierando con i locali, e soprattutto ascolto i loro suggerimenti.

3. Dopo
Quando torno a casa, anche parecchi giorni dopo, creo una specie di "Libro di viaggio" o "Diario di bordo", scrivendo quello che abbiamo visto, quello che abbiamo fatto, aggiungendo i biglietti, i prospetti, le foto, le cartine, ecc.
Per me è un sistema per rivivere a lungo le emozioni suscitate dalle vacanze e per poterle riassaporare.
Queste informazioni mi servono inoltre per scrivere i post per il mio blog La Belle vie.

E voi come vi organizzate? Conservate tutto anche voi ? ma soprattutto stampate le foto che avete scattato?

venerdì 9 agosto 2013

50 - Scacco alla torre

 
Scacco alla torre
Marco Malvaldi
pag. 128
Ed. Felici Editore
 
 
Mi è capitato diverse volte di vedere fra i libri della Sellerio anche quelli di Marco Malvaldi, ma non ne ho mai preso uno.
Forse perché della stessa casa editrice ho deciso di leggere tutti i libri del commissario Montalbano di Camilleri e non volevo cominciare un'altra serie.
 
A luglio ho passato parecchi giorni facendo la spola fra la Toscana e casa e passando davanti alla Feltrinelli di Pisa ho notato una vetrina dedicata ai romanzi ambientati a Pisa, ho deciso di comperarne uno, per immergermi ancora di più in questa fantastica città.
Pensavo di prendere un romanzo, ma quando ho visto questo libro, ho deciso d'istinto che sarebbe stato il libro giusto, e non mi sono sbagliata !
 
Come avevo già detto nel mio post che parlava di Pisa, oltre la torre c'è di più.
Ed è proprio partendo da questo presupposto che Malvaldi, Pisano DOC, ci porta a scoprire la sua città, dal di dentro, prendendoci per mano e passando per le vie del paese meno famose ci porta a conoscere veramente Pisa, a farci vedere quegli scorci che abbagliati dal bianco della torre pendente non vediamo, ed è così che io ho vissuto questa bellissima città, perché a Pisa ogni angolo, è uno scorcio di storia, ogni piazza ha qualcosa da dire, e ogni chiesa, e ce ne sono molte, ha la sua bellezza unica.
 
Un libro che mi ha fatto spesso sorridere, mi ha svelato aneddoti curiosi e mi ha fatto innamorare ancora di più di questa città.
 
Il libro non vuole essere una guida, in effetti non contiene ne cartine, ne indirizzi ne altro, ma vuole solo insegnarci ad essere meno turisti e ad immergerci un po' di più nei tesori che secoli di storia ci hanno lasciato in eredità.
 

49 - Un anno in Provenza

Un anno in Provenza
Peter Mayle


Peter Mayle è un pubblicitario londinese che dopo aver lavorato una quindicina di anni nella City e dopo aver passato le vacanze in Provenza, decide di acquistare una casa in questa fantastica regione.
Questo libro è il racconto del suo primo anno in Provenza, suddiviso in 12 capitoli, uno per ogni mese, nel quale racconta principalmente le differenze fra provenzali e inglesi, della difficoltà di farsi accettare e di non essere trattato da turista, e della ristrutturazione della casa, che non è una casettina, no, è una vera e propria "tenuta".

Una tenuta con tanto di campo di meloni, vigne, ulivi, boschi ricchi di selvaggina di funghi e di tartufi.
In questo libro la cucina la fa da padrone, in ogni capitolo si parla di cucina francese, di ristoranti stellati e di prelibatezze.

Una Provenza diffidente verso i turisti, che si riappropria del paesaggio quando le vacanze sono finite.
Ma che nonostante questo mi ha fatto venir voglia di ritornarci, anche se non mi sono gustata il racconto come avrebbe meritato in quanto l'ho letto mentre ero in Toscana, forse sarebbe stato meglio leggerlo a casa sognando di partire.

Mi hanno dato un po' fastidio i continui riferimenti, velati o meno, alla grande disponibilità economica dei Signori Mayle, persone che ancora giovanissime possono ritirarsi dal mondo del lavoro, una grande casa, molto terreno, le migliori ristrutturazioni senza badare a spese, pranzi e cene nei migliori ristoranti, prelibatezze costose negli altri pasti.
Già solo il fatto di essere riusciti ad andare a vivere in Provenza mi aveva affascinata e diciamolo resa anche un pochino invidiosa, ma i continui riferimenti al "noi possiamo" me li ha resi decisamente antipatici, aiutati anche dalle descrizioni quasi tutte negative che fanno dei Provenzali, dei turisti e dei loro connazionali.


Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", Sfida libri appetitosi.

48 - Le ossa del ragno




Le ossa del ragno
Kathy Reichs
pag. 376
ed. Superpocket

Kathy Reichs è una delle mie scrittrici di gialli preferite, anche se a volte le coincidenze che le permettono di risolvere i casi sono veramente troppe.
Anche in questo romanzo, il ritrovamento di un corpo innesca una catena di eventi che faranno uscire allo scoperto segreti e misteri celati da molto tempo.
Molto ben scritto, come sempre riesce a tenermi incollata fino alla fine per scoprire la causa della morte e il sciogliersi di molte matasse.

Trama.
In un lago del Québec viene ritrovato il corpo di un uomo vestito da infermiera, risalendo alla sua identità si scopre che l'uomo risultava morto in guerra, e che aveva ricevuto una degna sepoltura.
Chi è sepolto nella tomba che dovrebbe essere la sua?

Sfida LeggiAmo 2013
Libro 17/50
Sezione Alfabeto, lettera R,
Lista LeggiAmo 2013
totale libri 2013 : 48



Questo libro partecipa a "LeggiAmo 2013" , "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge", 10 Books Project.

venerdì 14 giugno 2013

47 - Lunga é la notte


Lunga è la notte
di Anthony Flacco con Jerry Clark
pag. 314
ed. Piemme

Amo molto i film tipo CSI, Criminal minds, Bones, ecc. e spesso ci sono storie molto agghiaccianti che vengono raccontate, alcune basate anche su storie vere.
Ma questo libro è una storia vera, la storia di Sanford Clark che all'età di 13 anni viene "consegnato" dalla madre allo zio Stewart, uno psicopatico di 20 anni che ha dovuto lasciare il Canada con i genitori per andare in California a causa di alcuni genitori che reclamavano per come trattava i loro figli, leggendo la storia si capiranno i veri motivi.
Stewart con l'aiuto dei genitori sta costruendo un ranch per l'allevamento dei polli, che sarà solo una copertura per le nefandezze che riuscirà a compiere.

Ho letto il libro in due giorni, sempre con una sensazione di freddo alla schiena, a tratti pensavo di abbandonarlo, ma volevo sapere a tutti i costi se Sanford si sarebbe salvato.

Il film "Changeling" con Clint Eastwood è ispirato da questo libro, che ho visto solo dopo aver letto "Lunga è la notte".
Il film ruota attorno alla mamma del piccolo Collins, che si scoprirà poi che è stato rapito da Stewart, e sulla corruzione e l'abuso di potere della polizia di Los Angeles alla fine degli anni 20, infatti i due processi si svolgono parallelamente fra loro.
Molto bello anche il film.

Sfida LeggiAmo 2013
Libro 16/50
Sezione Istinto,
Lista LeggiAmo 2013
totale libri 2013 : 47

 
 
Questo libro partecipa a "LeggiAmo 2013" , "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", 10 Books Project.

domenica 9 giugno 2013

Trattoria Il Cenacolo

foto presa da qui

Trattoria Il Cenacolo
6945 Ponte Capriasca

La trattoria "Il Cenacolo" si trova a Ponte Capriasca, un piccolo paese a due passi da Lugano.
E' situato in un edificio storico del 1300 e deve il suo nome al dipinto dell' Ultima cena presente nella chiesetta di Sant'Ambrogio davanti al ristorante, che pare sia stato fatto da un allievo di Leonardo Da Vinci nel 1550.

Parecchi anni fa era un ristorante molto quotato.
Negli ultimi tempi ha subito parecchi cambi di gestione passando per diversi tipi di cucina.
Per la nostra annuale cena di comitato abbiamo deciso di provarlo.
Secondo alcune voci è stato ripreso da un ex giocatore di ruby che sta in cucina e da sua moglie, parecchie recensioni apparse su questo ristorante dicono che entrando si ha l'impressione di entrare nel tempio del rugy, io non ho visto niente che mi ricordasse questo sport.
La signora che ci ha servito ci ha detto che il cuoco non è suo marito, quindi non so se ci sia stato un nuovo cambio di gestione.
L'ambiente è molto bello e curato, abbiamo mangiato nella saletta principale dove c'è un bellissimo soffitto a volta, ma c'è anche un magnifico giardino esterno.

Sulla carta compaiono pochissimi piatti, un paio per portata, supportati da alcuni piatti sulla lavagna appesa alla parete, per i miei gusti una scelta un po' limitata.
Mentre prendiamo l'aperitivo e aspettiamo il resto della comitiva, ci viene portato un tagliere con fette di ottimo salame, un formaggio stagionato molto gustoso e dei grissini croccantissimi.
Quando ordiniamo c'è qualche problemino, non c'è l'insalata mista perché hanno finito i pomodori (?), mi arriva un piatto di "Antipasto il Cenacolo" che non avevo ordinato ma che decido di mangiare lo stesso e che si rivela squisito e gli gnocchi allo zafferano e pancetta che avevo ordinato erano al gorgonzola, ma anche questi risultano buonissimo e serviti in un cestino di parmigiano.
Fra i piatti che hanno preso i miei compagni di cena ho visto : pesce persico su risotto e filetto di manzo, ottimo secondo loro ma carente sul contorno.
Per dessert ho preso un tortino al cioccolato caldo con la crema alla vaniglia : ottimo!!!

Nelle recensioni che ho letto si parla della cordialità dei proprietari, io purtroppo ho trovato la signora che ci ha servito molto affettata e sbrigativa, in sala c'eravamo noi dieci e un tavolo da tre, quindi non un pienone.
Mentre serviva i piatti noi chiacchieravamo, e se non rispondevamo subito alzava la voce, mi sembrava una maestrina che ci bacchettava.
Si è scocciata quando le abbiamo detto che a parte per le bevande che avremmo fatto un conto unico, per il resto ognuno avrebbe pagato quello che ha consumato, che da addetta ai lavori non capisco mai che fastidio possa dare, è vero che da un po' più da fare, ma in 5 minuti ognuno ha pagato il suo...
E' però uscita una discussione su un dessert non pagato, ne avevamo presi 5 e ne ha fatturati 6, se avessimo diviso il conto non ce ne saremmo accorti, ma la cosa peggiore è che la signora insisteva e alla fine se ne è uscita con una frase del tipo :
"va bene, vuol dire che lo pagherò io anche se non l'ho preso"
tutto senza andare in cucina a controllare quanti ne avesse veramente serviti (i cuochi tengono i buoni di ogni tavolo fino alla fine della serata).
Mi è sembrato che non vedesse l'ora di vederci uscire.

Commento
come qualsiasi ristoratore sa, la miglior pubblicità, oltretutto gratuita è il passaparola, a questa cena eravamo in dieci, membri di un comitato, ognuno con una sua famiglia, con amici, membri anche di altri comitati, tutte cose che potrebbero innescare un effetto a catena per quanto riguarda la futura frequentazione del locale, com'era successo con altri locali in cui avevamo mangiato in precedenza.
Non ci siamo limitati a insalatina e acqua del rubinetto (!), ma aperitivi, vini, digestivi quindi antipasti, primi, secondi e dessert.
Uscendo prendo l'opuscolo in bella mostra del Grotto Ticinese di Cureglia che festeggia i 125 anni, tutta un'altra accoglienza ...

Punti di forza
  • ottima cucina
  • ambiente molto bello

Punti negativi
  • la Signora che ci ha servito
  • la carta un po' scarna
  • situazione un po' complicata per i parcheggi, bisogna parcheggiare in quelli del paesi già sempre pieni
Ho mangiato
1/2 antipasto "Il Cenacolo", mezza porzione ma abbondante Fr. 16.--
Gnocchi al gorgonzola e pancetta Fr. 21.--
Tortino al cioccolato con cuore di cioccolato caldo e crema alla vaniglia Fr. 9.--

Abbiamo mangiato il 5 giugno, 10 persone.

46 - La cucina degli amori impossibili

La cucina degli amori impossibili
Roberto Perrone
pag. 290
ed. Mondadori

Lo scrittore è un giornalista sportivo del Corriere della sera, scrive anche di viaggi e di enogastronomia ed ha coniugato queste tre cose nella trama di questo libro appena uscito in libreria.
La storia mi è piaciuta molto, anche se leggendo la trama e la frase sul retro del libro :
"Due cuori e due cucine. Amori e dissapori tra i fornelli di due ristoranti d'eccellenza"
mi aspettavo qualcosa d'altro, ma questa è colpa mia.
Pensavo che i due innamorati si sarebbero fatti la guerra a suon di ricette e di stelle, invece il libro è quasi tutto incentrato sul passato, su cosa è successo e su cosa ha portato a questa situazione di "guerra" fra i due ristoranti, per poi liquidare alla fine in poche pagine l'epilogo della storia fra i due.
Ho trovato lo stile narrativo poco scorrevole, era sempre il protagonista che parlava e parlava, ci ho messo una vita a finirlo


Trama dal sito dell'autore.
Forse due ristoranti “stellati” sono troppi per un piccolo borgo, anche se quel piccolo borgo è incastonato nello splendido ed esclusivo scenario della Riviera ligure: la rivalità diventa inevitabile e il conflitto aperto molto probabile.

È quello che succede tra i Cavasso e i Maggiorasca, le famiglie titolari dei due ristoranti pluripremiati, da sempre vicinissime, da sempre irriducibilmente contrapposte.

Cesare Cavasso, uomo eccentrico e autoritario cuoco di genio, ma abituato a tiranneggiare parenti e sottoposti, sostiene che Vittorio Maggiorasca, ex sous chef nel suo ristorante prima di mettersi in proprio, gli abbia rubato le ricette; Vittorio, al contrario, ritiene che sarebbe stato Cesare a ispirarsi alle sue idee.

La loro rivalità dura per due decenni, senza che Vittorio riesca a ottenere l’agognata terza stella (quella che fa veramente la differenza).

Fino all’improvvisa morte del patriarca Cavasso. Per i Maggiorasca è finalmente il momento di sorpassare i rivali, rimasti senza guida; e per farsi sostenere in questa impresa fanno rientrare la figlia Rossella, che nel frattempo è diventata socia di un ristorante a Boston.

Sullo stesso aereo che la riconduce in Italia c’è anche Augusto Cavasso, il figlio di Cesare, affascinante giocatore di basket, che è divenuto una star della NBA dopo essersi allontanato vent’anni prima dall’Italia per non dover seguire le orme del padre, e che adesso sta tornando a casa per i funerali e per raccoglierne, malvolentieri, l’eredità.

Tra i due, che non si conoscono, scatta, immediata, un’attrazione fortissima, ma basta scendere dall’aereo perché tutto si complichi. Lo sgomento che, a vederli insieme, si dipinge sul volto di sua sorella, rende subito chiaro ad Augusto che quella passione repentina quanto bruciante ha davanti a sé una strada tutta in salita... E così la contesa tra i Cavasso e i Maggiorasca si arricchisce di nuove tonalità, quasi fossero dei moderni Montecchi e Capuleti. Che stavolta, però, si fronteggiano in cucina.

Scandito con la grazia leggera di una favola e l’implacabile geometria di certe felicissime commedie, Roberto Perrone ci regala (ci serve, potremmo quasi dire) un racconto felice e un mistero inatteso lo costringeranno a rimettersi in gioco, trascinandolo in un’avventura che richiede coraggio, quello vero, la forza di guardare indietro e ripercorrere la propria vita come alla moviola, di fare i conti con il passato per affrontare il futuro.
Questo libro partecipa a  "Io leggo italiano""100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013" Sfida libri appetitosi.

45 - Venivamo tutte per mare


Venivamo tutte per mare
Julie Osaka
pag. 142
ed. Bollati Boringhieri

Il libro racconta delle spose in fotografia, ovvero delle ragazze giapponesi che venivano date in sposa ai connazionali espatriati in America prima di loro.
Le ragazze non conoscevano il futuro marito, che spesso inviava loro una foto di qualcun altro di aspetto migliore e lettere in cui inventavano professioni, case, ricchezze che erano ben lungi dal possedere.

All'inizio lo stile in cui è scritto il libro mi ha lasciato molto perplessa, mi sembrava un lungo elenco  di persone, azioni, luoghi.
Un modo di narrare una storia che non mi dispiaceva ma che non me la faceva neppure amare molto, sperando che prima o poi attaccasse con il raccontare UNA storia.
Ma poi circa a metà ho pensato che lo scopo di questo stile era proprio di dar risalto al fatto che queste donne contavano poco o niente, che non potevano far sentire ognuna la propria voce, che per le persone che le circondavano e che avevano a che fare con loro giornalmente erano invisibili e scontate.
E da qui l'ho amato moltissimo, ho pensato che scrivendo la storia di una sola, si lasciava ancora una volta tutte le altre nell'ombra, mentre così mi sembrava di essere seduta in mezzo a loro, ad ascoltare le loro voci.


Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge".

mercoledì 22 maggio 2013

44 - Le ricette segrete della cucina dell'amore


Le ricette segrete della cucina dell'amore
Melissa Senate
pag. 350
ed. Corbaccio

Mi piacciono moltissimo questi libri che coniugano il racconto con la cucina, e qui si parla di cucina italiana e alcune ricette mi sembrano un po' stridenti con la cucina tradizionale (salsa alla vodka per la pasta?).
Considerando il fatto che amo moltissimo cucinare, mi sono posta delle domande :
senza saper cucinare come si fa a gestire un take away di cucina italiana?
come si fa a tenere un corso di cucina italiana, se tu stessa non sai cucinare?
Non credo che basti un libro di ricette, anche se con ingredienti speciali come quelli che vengono menzionati.
Il libro in se è bello, anche se non ci vogliono grandi doti da veggente per  capire fin dall'inizio tutta la trama, in se comunque è molto scorrevole e piacevole.

Trama:
Holly ha lasciato il Maine per andare in California a seguire il suo presunto amore, ma dopo due anni torna a casa, sull'isola di Blue Crab Island.
Camilla è la nonna di Holly e viene chiamata da tutti la dea dell'amore, perché aggiunge sempre degli ingredienti speciali alle ricette e nella sua casa sull'isola tiene corsi di cucina e gestisce un piccolo take away.
Camilla è inoltre una veggente e tutti le chiedono dei consulti.
Holly eredita "il cucinino di Camilla" e il suo ricettario segreto, ma non ha nessuno dei doni della nonna, riuscirà lo stesso a mandare avanti l'attività a cui tiene molto?

Questo libro partecipa a "100 libri in un anno", "Tributes Reading Challenge", "Reading Challenge 2013", "Woman Challenge", Sfida libri appetitosi.